Eremo o Ritiro Inferiore del 1751    Grotta del santo, la statua opera dell'artista Pirrone

   

         veduta del Santuario nella Valle dei Pizzoni, Noto (Siracusa)

DESCRIZIONE  DEL  SANTUARIO

Dalla guida «IL SANTUARIO DI S. CORRADO»

Edizione Santuario Parrocchia S. Corrado F. M.

Noto (Siracusa), 1998 – pagg. 15-23

(Le note al testo sono state omesse)

di Salvatore Guastella

 

Una dolce certezza nel patrocinio di S. Corrado Confalonieri ci porta in pellegrinaggio ideale alla Grotta dei Pizzoni, che ha conosciuto la preghiera e le penitenze del santo Anacoreta. Da allora la contrada netina di San Corrado di fuori, luogo di villeggiatura e di sereno svago e ripo­so, ove l'anima s'inebria di sole e di cielo, è anche "giardino di preghiera" poiché la giornata può iniziare con la prece nella chiesa dell'Assunta all'eremo superiore e concludersi con un mini-pellegrinaggio al silente Santuario in valle.

Verso il Santuario

Subito dopo la ridente borgata di S. Corrado di fuori, a 6 km da Noto, un ampio delta stradale segnala la discesa che porta all'esedra della Valle dei Miracoli, slargo triplicato nel 1932: attorno, un'ampia pineta che fa da scenario verde dove giunge la scalinata rocciosa che raccorda lo slargo stesso con la piazzetta della borgata; al margine sud la sottostante Fontana di San Corrado, che dal 1902 offre, con fresco chiocchiolìo, acqua salutare, che poi scorre silente tra mirti e oleandri lungo la cava dei Pizzoni alla sinistra del Santuario.

Conduce al Santuario un ingresso d'intaglio lavorato con artistico cancello (sec. XVIII) sovrastato da un cartiglio che avverte: "Non avvicinarti: togliti prima i calzari perché il luogo dove stai è terra santa e porta del cielo" (cf. Esodo 3,5). E il pellegrino o visitatore, quasi assorto in un'atmosfera mistica, si avvia nel viale fiancheggiato da due aiuole di rose e piante aromatiche; poi alcuni gradini e un altro cancello introducono nel verde vialetto-atrio balaustrato dall'acciottolato policromo.

L'artistico Prospetto

Nell'artistico prospetto settecentesco del Santuario troneggia, in alto, la statua del S. Eremita che, con il largo panneggio del saio, sembra voler accogliere e proteggere i fedeli che qui vengono a pregarlo. A sini­stra e a livello dell'eremo-ritiro, l'agile campanile: la campana è del 1757.

Ai due lati del portale d'ingresso, due grandi lapidi-ricordo del pel­legrinaggio: 1) dei partecipanti al IV Congresso regionale cattolico, te­nuto a Noto il 14-17 dicembre 1903, presenti Luigi Sturzo e Romolo Murri; 2) dei vescovi di Sicilia in occasione della Conferenza episcopale, tenuta a Noto dal 27.2 al 1.3.1924.

Sul portale si poteva leggere la seguente iscrizione-ricordo, sormontata dallo stemma di Noto: "Per munificenza di Ferdinando IV questo Santuario oltremodo celebre, stanza di santità per quasi 500 anni rimon­tando al beatissimo Corrado, fu restituito con voto universale assieme agli eremi circonvicini in tutti i suoi diritti, giurisdizione ed accrescen­done autorità, il 10.2.1792". Ma la rivoluzione del 1860 la fece rimuovere; attualmente si conserva nel museo-pinacoteca del Santuario.

Poco prima del Santuario, lungo la parete rocciosa e in ripida salita un sentiero scalinato porta ad una grotta con cancello, dove S. Corrado soleva ritirarsi a riposare; a metà della stessa salita, il sentiero volge a sinistra per raggiungere in alto un'altra grotta più piccola, a circa 15 metri dal suolo, tradizionalmente detta di San Guglielmo.

Descrizione del Santuario

Distaccati, o pellegrino, per un momento dalle preoccupazioni terre­ne, varca in raccolto silenzio la soglia del luogo sacro: disponiti alla preghiera e ali' ascolto nella dolce penombra della Grotta di San Corrado.

Il Santuario, ad unica navata, venne eretto nel 1751 (come si legge nell'arco interno d'ingresso) per la custodia della s. Grotta e fu consa­crato il 5 novembre 1759 da Mons. Giuseppe Antonio Requesens O.S .B., vescovo di Siracusa. Il Senato Netino aveva contribuito alle spese di erezione del Santuario e s'impegnò a tenere accesa la lampada liturgica a proprio carico. La Via Crucis è del 15.10.1775.

Gli stucchi indorati della volta e delle pareti sono opera del pittore netino Baldassare Basile (1890), opportunamente ritoccati da Matteo Santocono (coadiuvato dal giovane Giuseppe Pirrone) nel 1922 e poi nel 1954. Tutta la decorazione interna della chiesa stessa è stata restaurata a regola d'arte nel 1980-81, grazie alla generosità dei fedeli e alla collaborazione tecnica volontaria di Gioacchino Santocono, Corrado Civello e Leonardo Giliberto; il tetto è stato totalmente rinnovato nelle travi portanti e impermeabilizzato sotto le tegole nello stesso periodo.

A Destra la Grotta di S. Corrado

Questa famosa e venerata Grotta, "cuore" della nostra devozione a San Corrado, ci ricorda dal vivo la sua presenza e ci fa sentire in buona compagnia nel cammino verso Cristo lungo le strade della nostra vita. Al visitatore attento questo sacro speco ricorda il primato della preghie­ra e del Vangelo, che offre la sintesi tra la lode di Dio e il servizio del prossimo incominciando dagli ultimi.

La Grotta mostra sul duro sasso il segno delle ginocchia del santo Eremita orante, così come plasticamente vedi in quel bel San Corrado in candido marmo, di grandezza naturale, inginocchiato (modellato da Giuseppe Pirrone nel 1936): il Santo ha il capo eretto e gli occhi estatici in Colui nel quale è assorto. "Il popolo gli si affolla intorno, riconoscendo nella scultura il Santo che ama, e si sente invitato a pregare. Fanno baciare ai bambini il bel volto e le splendide mani; gli adulti, specialmente le donne, ne baciano reverentemente la spalla. Nel vuoto che è tra le mani giunte ed il petto gli sposi novelli depongono fiori e il velo, quasi a promessa di fedeltà" (Americo Bianchi orionino, 1974).

Nella s. Grotta l'altare in marmo bianco (m. 1,80 x 0,65) con la pre­della (m. 1,80 x 1,50), opera del marmista netino Rosario Celeste, è stato consacrato dal vescovo di Noto, Mons. Giuseppe Vizzini, il 28 luglio 1934, inserendovi le reliquie dei santi Corrado e Guglielmo, e dei santi martiri Alessio e Temperanza.

Nella grande nicchia rocciosa di fondo, dietro l'altare, si possono scorgere tracce di un antico affresco; tradizione e storia dicono che rap­presenta la Madonna con Gesù Bambino tra due Santi. Il dipinto ha certo subito ritocchi e restauri lungo i secoli; esso comunque è databile almeno alla prima metà del sec. XVI, cioè al tempo del beato Antonio Etiope eremita, il quale "per soi devoti orationi andava a la ecclesia di sancto Corrado che è una grocta, a la quali si ci achana per circa dechi scaluni". L'attuale Santuario del 1751 per il pavimento realizzato a livello della Grotta ha nascosto e coperto quei dieci gradin i.

A custodia della venerata Grotta l'eremita fra Carmelo Murana fece modellare a Napoli nel 1846 l'artistico cancello, con l'obolo del principe Nicolaci di Villadorata.

Il 18 settembre 1984 un incendio, forse per un corto circuito, danneggiò nella Grotta il San Corrado marmoreo del Pirrone e quello ligneo settecentesco posto nella nicchia dinanzi la Grotta stessa: sono stati ben restaurati nel 1986.

Pellegrinare alla Grotta di San Corrado è il voto di ogni suo devoto, e la si lascia con un senso misterioso di pace che invade l'anima e con San Corrado nel cuore!

L'altare Maggiore

L’altare centrale troneggia una grande tela del 1759 in ricca cornice barocca, raffigurante la Beata Vergine Maria Mediatrice che al Bam­bino Gesù indica San Corrado orante, perché lo benedica; a loro fanno corona dieci Angeli in vari atteggiamenti estatici; il Santo Eremita sem­bra invitare ad unirci alla sua preghiera filiale alla Madonna. Questo suggestivo quadro (m. 2,90 x 1,60) - donato al Santuario nel 1764 dalla principessa di Butera - è opera lodata della maturità artistica di Sebastiano Conca (Gaeta, 1680-1764), allievo del grande Solimena: esempio significativo di ricercata dolcezza del rococò settecentesco. Da notare nella composizione pittorica: 1) lo studio dettagliato e scrupoloso dell'aspetto della Vergine col Bambino, di S. Corrado e dell'Angelo in alto a destra; 2) l'armonia delle parti, sempre suggestiva, nella visione d'insieme. Questa preziosa tela del Conca è stata opportunamente restaurata e rimessa in onore nell'agosto 1981 in occasione della venuta dell'Arca d'argento con il corpo del Santo nella sua Grotta al Santuario.

Sono dello stesso anno il Tabernacolo nuovo più decoroso, le tre artistiche poltrone e la predella. Mentre l'altare portatile "coram populo" in legno scolpito è del 1979. Nel presbiterio, in alto a sinistra, la finestra ha dal 1981 una elegante vetrata a colori raffigurante S. Corrado.

In alto a destra, un matronéo balaustrato all'altezza del Museo, al quale si accede dalla sacrestia e da gradini scavati nella roccia; il cancello d'ingresso è del 1925.

Sempre dalla sacrestia, uscendo, si scende al sottostante artistico Presepe elettromeccanico, che dal 1975 sostituisce quello antico francescanamente semplice, che era posto sull'altare maggiore. Que­st'altro, moderno, copre ben 60 metri quadrati di impiantino per le varie scene. Il gruppo principale delle statuette di cartapesta, alte 50/60 cm., sono di scuola napoletana. Al centro del paesaggio la "santa grotta" col Bambinello Gesù, la Madonna e S. Giuseppe; accanto il bue e l'asinello, in alto uno stuolo di Angeli.

Il Santuario custodisce in teca d'argento una reliquia di S. Corrado, dono del Senato Netino (23.2.1753).

L'altare del Crocifisso con  S. Leonzio  Martire

L'altare al lato sinistro del Santuario - di fronte alla Grotta di San Corrado - è dedicato al Ss. Crocifisso, per l'artistico Cristo in Croce settecentesco, in legno e a grandezza naturale: opera del napoletano Gaetano Franzese, con sottoquadro dell'Addolorata (sec. XVII). Subito sotto: la statua reclinata di San Leonzio Martire che, in atto di dormire, posa il capo su un origliere contenente le sue reliquie, dono del papa Gregorio XVI.

Infatti il trentaseienne eremita fra Carmelo Murana, che nel 1844 era andato a Napoli "per trattare affari dell'eremo netino", là seppe dell'elezio­ne di Mons. Giuseppe Menditto da Capua a 1° vescovo di Noto e andò ad ossequiarlo. Mons. Menditto, che doveva recarsi a Roma per ricevere il 28 luglio la consacrazione episcopale, volle che lo accompagnasse. Il buon eremita ne profittò per chiedere al Papa un'insigne reliquia di santo martire: per l'interessamento del vescovo Menditto ottenne il 20 luglio il corpo di San Leonzio. Con sommo gaudio e devozione ne curò la traslazione al San­tuario di San Corrado di fuori, dove è esposto su quest'altare in artistica urna di vetro. Ritornando poi a Napoli il 18 agosto 1845, fra Carmelo ne profittò per ordinare l'incisione dell'immagine del Santo. La festa del San­to Martire si celebrava in Santuario l'ultima domenica di maggio.

Santuario-Parrocchia

Il 22 agosto 1923 il vescovo Mons. Giuseppe Vizzini, "volendo dare un migliore e definitivo assetto pastorale alle pratiche religiose in questo luogo che si era man mano popolato e trasformato in borgata", assùnse l'iniziativa di erigere la Parrocchia nel Santuario, promulgando­ne la bolla proprio mentre l'Arca argentea di S. Corrado dimorava nella sua Grotta.

Il culto a S. Corrado Confalonieri in questa "terra santa" netina può aiutare la Chiesa locale evangelizzatrice delle tradizioni popolari ad in­carnare il Vangelo; può inoltre corroborare la fede e la religiosità di ogni devoto che lo ha a celeste Patrono.

Ritornare periodicamente alla Grotta dei Pizzoni è voler attingere forza e coraggio per seguire le orme di San Corrado, a gloria di Dio e a salvezza del nostro mondo così disorientato, ma capace di conversione per la divina misericordia.

 



    

   foto: il Presepe allestito al Santuario di S. Corrado F. M.

         

     Pala altare maggiore                               Statua realizzata dal                          Statua lignea sopra alla
       di S. Conca del 1764                                Pirrone, artista netino                      Grotta del Santo nella nicchia

     l'apparato fotografico è di Umberto Battini, foto estate
2009

 

   

      La 'Guida' al Santuario

 

 

 

  la Fontana di S. Corrado

 

 

 

Il cancello principale 

 

 

 

il secondo vialetto

 

 

 

la facciata del Santuario

 

 

il campanile del 'Ritiro' del 1751

 

 

 

 

 

 

veduta interno generale

 

 

 

altare Crocifisso e S. Leonzio

 

 

 

la Venerata Grotta

 

 

 

particolare degli stucchi

 

 

 

la Grotta di San Corrado

 

 

 

il matroneo

 

 

 

veduta del Museo

 

 

la scala ricavata dalla roccia

 

 

la salita alle grotte

 

 

la seconda grotta alta

 

 

vetrata altare maggiore

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

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