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                                              San Corrado  Calendasco 1290 -Noto 19 febbraio 1351

 
 
  
  ARTICOLI di cultura corradiana
 

 

 

SAN  CORRADO   A    MALTA

 

Dal volume del p. Ferla cappuccino, anno 1913 

Per essere ancora più compito nel provare che S. Corrado fu a Malta, riporto un fatto lasciatoci scritto da G. F. Abela (lib. I, pag. 245) nella sua opera dal titolo: Malta Illustrata.

" Verso la marina di S. Paolo sotto il Casal Musta è un vallone Vyed el axsel, cioè fiume " di miele. Credesi che l'isola ebbe nome di miele " per la perfezione eccessiva del miele, (1) com'è " veramente d'essere stato questo luogo anticamente pieno di satira e timo; che oggi si taglia " per la brusca, e che con questa occasione ivi " tenessero delle api.

" In questo vallone vi è una chiesa di S. Paolo " primo romito, e gli idioti di Casal-Musta dicono " esservi stato S. Paolo primo eremita, e dagli altri " dell'isola a quelli si dice per ingiuria che hanno " lapidato S. Paolo. Ma per quello che si racconta " da persona di giudizio, come in particolare me l’ha riferito Mons. Vescovo di Sidonia D. Leonardo Abela, fu questo il Beato Corrado, il cui "  corpo è oggi a Noto.

" Questo servo di Dio stava (dicono a voce piena) " in quella chiesuola allora stanza, e mentre quivi " dimorava, alle genti   di   quel casale era di  gran " riprensione la sua santa vita, e molto più perchè li biasimava con parole, onde proruppero " in tanto odio, che fecero disegno di cacciarlo o " ucciderlo, e per averne alcun titolo, o pretesto, " trovarono questa invenzione.

Mandarono una " donna a lavare i panni a certa acquetta, che  stillava da una rupe, quale alcuni vogliono essere stata fatta dal Santo per miracolo, altri che " vi fosse prima, e vicino a quella per la comodità " avesse fatto la sua abitazione il Beato Corrado. " Questa donna venuta per lavare i panni li lascia " cadere a terra, e secondo ch'era istruita cominceia a domandare aiuto a fine che non uscendo il servo di Dio alle grida lo potessero tacciare di " poca carità, e uscendo di persona mal onesta.

 " Ma il servo di Dio, sapendo il fine loro se ne " esce alle grida, e quelli tristi che mandato avevano la donna gli si avventano di sopra a pietrate, come dicono, e a grida, avendolo in grandissima selva seguitato infìno alla marina. Il Santo " stende il suo manto in mare, e sopra quello s'imbarca, e nello imbarcare lascia per obblivìone il " bastone, che egli usava per vecchiezza.

Allora " compunti, e confusi quei malandrini si misero a " pregarlo che li perdonasse, e se ne volesse tornare; ma egli ispirato da Dio, annunzio diversi " flagelli che Dio avrebbe loro madato, ed ali' isola, " e a quel Casale in particolare. Predisse, dico, il " tempo dell'armata dei Mori, e della presa di Casal-Musta, eh' era grandissimo, e della venuta " della religione Gerosolimitana, sotto nome di falcone spennato, o spelato cacciato dal suo nido. (1)

" È da credersi che sua sia stata quell'antica " profezia della estrazione della città nuova quale " dicea — Xaara tameuy e jegi Zìman lì col " xeber yesque mie ~ cioè la sciara dell' acqua " sita (alludendo alla infinità delle cisterne) verrà " tempo che ogni palmo vaierà cento, perché anticamente vi erano alcune vigne, ma la maggior " parte sciare, dove è oggi la città nuova. Il bastone del Santo fu riposto nella detta chiesa di " S. Paolo primo eremita fatta in loco della casa " del Santo, e nel giorno di S. Paolo primo eremita faceva verdura, come si dice, e poi fu rubato da un gentiluomo principale, e dicono che " da quel tempo in qua li suoi discendenti hanno " dato di male in peggio ,,.

Da quanto ho riportato, oltre a raccogliersi che S. Corrado realmente dimorò per molti anni nell'isola di Malta, si desume eziandio il gran prodigio operato da S. Corrado nel passare a piedi asciutti il canale di Malta, ripetendosi, ma su proporzioni più vaste, il prodigio di S. Pietro Apostolo camminante sulle acque del lago di Genesaret e del taumaturgo S. Francesco di Paola su quelle dello stretto di Messina.

Di questo prodigio ne fanno pienissima fede le Litanie in onore del Santo Eremita, pubblicate, nel 1687, in Napoli, dalla Tipografia Gramignani, in cui si ha: " Sancte Conrade qui de Melila in Sicìliam sicco vestigio pertransisti „.

I Maltesi poi sono divotissimi di S. Corrado, e spesse volte vengono a Noto in pellegrinaggio per visitare la santa grotta dove rese la sua anima bella al Signore. Nell'Agosto del 1901, la Società Filarmonica Maltese Lavallette venendo in pellegri­naggio a Noto, portò in dono a S. Corrado una bellissima anfora d'argento indorato, visibile ai vi­sitatori, poiché si tiene esposta nella sacrestia del Santuario del Beato Corrado.

Un'altra volta, celebrandosi la festività di S. Cor­rado, Patrono della città di Noto, i Maltesi dedica­rono questo bellissimo Inno.

Conchiudendo. S. Corrado nacque al 1290. Il tri­ste incidente gli accadde dai 23 ai 25 anni di sua vita, ed in questa fresca giovinezza abbandanò la sposa Eufrosina e lasciò Piacenza. Arrivò la prima volta in Sicilia al 1315, proseguì per Malta dalla quale ritornò in Sicilia, trattenendosi a Noto, al 1335; sicché dei 35 ovvero 36 anni di sua vita peniten­te, in Sicilia vi passò soltanto gli ultimi, rimase a Noto circa  16 anni e dopo, nel 1351 morì.

 

INNO

Di Corrado l'eccelsa virtude

Le grandi opre feconde di frutto La pietà verso il prossimo tutto Chi tra voi conosciuto non ha !

Parli Noto, l'antica cittade, Testimone del fervido zelo, Onde acceso quest'uomo del cielo, Pregò sempre inaudita bontà.

 

Parli tutta Sicilia, sì, parli ! Quai prodigi d'amore operati Coi suoi figli dolenti o malati Ogni di non dovette mirar?

 

Quando l'ira del ciel era accesa, Quando il pianto regnava sovrano, A lui tutti disteser la mano E fu calmo il furore del mar.

 

E tu pure, Melita ospitale

La virtù di Corrado hai provato Anche tu mille volte hai cantato Le sue glorie su l'ali d'amor.

 

Lode a Te sulle cetre del gaudio, O gran Santo, gridiam riverenti. Oggi ancora la prece deh senti! Deh ! ci dona la pace del cor !

 

Dal volume del 1913 del Cappuccino Padre Ferla

Edito in Catania


                                                                          

    devotio

 

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